Arbusti autoctoni ornamentali

Perché non costruire un arbusteto di piante autoctone con doppia funzione ornamentale e faunistica?
Solitamente le piante ornamentali appartengono a specie esotiche che, una volta introdotte in coltivazione, sono state oggetto di selezione di varietà coltivate o cultivar.
Nei progetti di riforestazione sono previste fasce tampone di arbusti che svolgono una funzione faunistica (attrazione per l’avifauna), ma al tempo stesso possono costituire anche un abbellimento del paesaggio grazie al loro valore ornamentale.
Riportiamo alcuni esempi di piante che utilizziamo per questa doppia funzione con il vantaggio anche di ridurre le operazioni di manutenzione. Le rosacee in primis sono annunciatrici della primavera e fioriscono ad inizio della stagione in maniera molto precoce. Il prugnolo (Prunus spinosa) si riempie di fiori bianchi per poi lasciare lo spazio al biancospino (Crataegus monogyna). La rosa canina, specie pioniera, fiorisce abbondantemente fino ad inizio estate per poi produrre una gran quantità di bacche (in termine tecnico cinorrodo) che hanno anch’esse un valore decisamente ornamentale fino ad inizio inverno, quando cadono al suolo per formare nuove piantine.
Sempre come pianta da bacca non possiamo non parlare dell’evonimo (Euonymus europaeus) chiamato anche berreta del prete per la forma curiosa dei sui frutti la cui capsula rossa a maturità si apre lasciando trasparire il seme arancione.
Oltre alla Berretta del prete, ricordiamo ancora una volta il biancospino che a seguire della fioritura si riempie di bacche rosse o il prugnolo con drupe violacee che sono anche edibili.
Per ultimo citiamo lo Scotano (Cotinus coggygria), che viene chiamato anche Albero della Nebbia in quanto le sue belle infruttescenze sono ricoperte di peli piumosi di color bruno-porpora, dallo spiccato valore ornamentale.