Recupero ambientale e mitigazione: differenze concettuali e finalità ecologiche
Tra recupero ambientale e mitigazione ambientale ci sono delle differenze concettuali di ambito di applicazione ma in misura minore di effettiva realizzazione del lavoro. Per recupero ambientale in sostanza si intende un lavoro che voglia ricondurre l’area verso una situazione di naturalezza e che suturi il paesaggio da una ferita inflitta dall’attività antropica. Esempi esplicativi possono essere il recupero di una cava dismessa, realizzazione di un corridoio ecologico in aree industriali dismesse, opere di regimazione delle acque in ambito fluviale ecc… Per mitigazione ambientale invece si intendono quelle opere a corredo di nuove opere civili che mascherano l’impatto ambientale sia dal punto di vista visivo che da quello di diffusione di inquinanti e rumorosità.
Entrambi questi campi di applicazione (recupero ambientale e mitigazione) hanno comunque in comune la finalità di introdurre nell’ecologia del paesaggio un tassello che incrementi la naturalità e la biodiversità.
Costituzione di fasce arboreo-arbustive
Le fasce arboree-arbustive sono solitamente dei filari con file ed interfile di piante che possono variare a seconda dello spazio disponibile. Nella mitigazione ambientale sono molto utili a mascherare l’infrastruttura dal punto di vista visivo ed acustico.
I filari possono essere rettilinei o, ancora meglio, sinuosi per integrarsi in contesti naturali circostanti.
La percentuale di alberi rispetto agli arbusti dipende dalle finalità del progetto ma solitamente può variare da 25-35% di alberi e di conseguenza 75-65% di arbusti. I sesti di impianto posso anche qui variare a seconda delle finalità progettuali, delle specie utilizzate e delle consuetudini locali nella costruzione del paesaggio. Noi consigliamo un sesto di impianto di 2×2,5 m con una variazione sia per la fila e per l’interfila di +/- 0,5 m. Sulla fila il sesto di 2 metri può prevedere la sequenza di 1 albero e successivi 2-3 arbusti, con quindi una distanza tra gli alberi di 6-8 metri. Gli alberi nelle successive file vanno posizionati in maniera sfalsata per non creare eccessivo ombreggiamento agli altri esemplari arborei. L’interfila può variare a seconda dei mezzi utilizzati per la manutenzione dell’erba nell’interfila e quindi rispettando la larghezza del trinciastocchi.
Le fasce arboreo-arbustive, se a protezione di infrastrutture, dovranno avere almeno 5-6 filari e quindi una larghezza di circa 17,5-22,5 m, se in accompagnamento di piste ciclabili anche 2-3 filari per una larghezza di 7,5-10 m.
Rimboschimento diffuso o a macchie arboreo-arbustive
Se il progetto di recupero ambientale interessa zone più ampie di aree dismesse da rinaturalizzare il rimboschimento può essere effettuato in maniera diffusa o a macchie arboreo-arbustive. Se il rimboschimento è diffuso per ampie aree si può optare anche per la concentrazione delle specie arbustive sulle parti limitrofe delle zone di riforestazione. In questo caso possono essere utilizzati sesti di impianto diversificati per arbusti ed alberi. Per gli arbusti il sesto può essere ridotto fino a 1,5 m x 2 m e per gli alberi invece ampliato a 4 x 4 m fino a 6 x 6 m, intercalandoli ad arbusti o lasciando solo piante arboree.
Il rimboschimento invece a macchi è una via di mezzo tra quello diffuso e quello a fasce e quindi prevede di creare dei gruppi a macchia di leopardo che si alternino a chiarie colonizzate da prato. A seconda della dimensione delle macchie possono essere utilizzati diversi sesti di impianti e percentuali variabili tra alberi ed arbusti. Se le macchie sono grandi (più di 400 mq) si utilizzano criteri simili alla forestazione diffusa, se le macchie sono di minori dimensioni si utilizzano i parametri delle fasce arboreo-arbustive.
Specie autoctone idonee per il recupero e la mitigazione ambientale
Le specie idonee per i progetti di recupero ambientale appartengono a specie botaniche autoctone che possono competere bene a secondo delle condizioni microclimatiche locali.
Le nostre piante, provenienti da semenzali certificati cosi come indicato dal D. Lgs. 386/03, vengono coltivate nei nostri vivai della Lomellina dove vengono acclimatate in uno dei più ostici climi planiziali. Forniamo vasi da 2 litri in su in modo da avere piante già con un appartato radicale piuttosto resistente.
Le specie vegetali che coltiviamo nei nostri vivai appartengono alle seguenti essenze legnose e specie arbustive: (* = abbiamo segnalato le specie più pioniere)
Alberi
Acero campestre – Acer campestre
Acero riccio – Acer platanoides
Ontano nero – Alnus glutinosa
Carpino bianco – Carpinus betulus
Ciavardello – Sorbus torminalis
Frassino maggiore – Fraxinus excelsior
Orniello – Fraxinus ornus
Olmo minore – Ulmus minor
Melo selvatico – Malus sylvestris
Gelso – Morus nigra
Ciliegio – Prunus avium
Pioppo bianco – Populus alba
Pero selvativo – Pyrus piraster
Farnia – Quercus robur
Salici – Salix spp.
Arbusti
Corniolo – Cornus mas
Sanguinello – Cornus sanguinea
Nocciolo – Corylus avellana
Biancospino – Crataegus monogyna
Evonimo – Euonymus europaeus
Frangola – Rhamnus frangula
Olivello spinoso – Hippophoae rhamnoides
Maggiociondolo – Laburnum anagyroides
Ligustro comune – Ligustrum vulgare
Prugnolo selvatico – Prunus spinosa
Spino cervino – Rhamnus catharticus
Rosa canina – Rosa canina
Sambuco – Sambucus nigra
Ginestra odorosa – Spartium junceum
Lantana – Viburnum lantana
Pallon di maggio – Viburnum opulus
Piante per zone umide
Ontano – Alnus glutinosa
Salici – Salix spp.
Pioppi – Populus spp.
Frangola – Frangula alnus
Sambuco – Sambucus nigra
Sanguinello – Cornus sanguinea
Preparazione del terreno e picchettaggio delle piante
Da punto di vista agronomico prima di un buon lavoro di rimboschimento è opportuno mettere in pratica una buona preparazione del terreno costituita da queste fasi:
Scasso del terreno
Lavorazione profonda
Lavorazione più superficiale e letamazione
Semina del terreno
Realizzazione buche ed impianto arboreo